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1CALAMENTI TERMINALI Empty CALAMENTI TERMINALI Mar Ott 19, 2010 2:14 pm

eugenio

eugenio
Admin
Admin

Quando siamo in pesca, la prima regola per fare andare tutto nel migliore dei modi è l’essenzialità.
Un paio di snodi e una girella con moschettone sullo shock leader rappresenta tutto ciò che necessita per affrontare qualsiasi situazione.
Questo sistema, detto trave solidale, potrà esser approntato direttamente in spiaggia usando i classici nodini di stop, oppure, esistono diversi modi per fermare gli snodi sul trave, come le spiraline in acciaio molto sottili che, appena attorcigliate al trave, vi aderiscono mantenendo lo snodo in posizione, oppure utilizzando degli stopper in caucciù.
Potete prepararvi gli snodi, compresi i nodini di stop, a casa direttamente su un ago da innesco di quelli forati:
CALAMENTI TERMINALI Dscf0331u
Una volta in spiaggia, basterà infilare lo shock leader nell’ago, far scorrere su di esso gli snodi,
posizionarli e stringere i nodini di fermo, chiudendo il tutto con la girella col moschettone dove verrà attaccato il piombo.
L’alternativa, indiscutibilmente valida, sarà invece lo shock leader pronto confezionato a casa con la dovuta calma, ovvero già configurato con uno o due snodi e l’attacco per il piombo.
La sua costruzione è molto semplice:
Creiamo direttamente gli snodi su uno spezzone da 10 metri di 0.60 – 0.70, compreso il moschettone per attaccargli il piombo.
Avvolgiamo il tutto in una rotellina di sughero e abbiamo pronto lo shock leader con gli snodi incorporati, da usare in base alle necessità del momento e del luogo.
Potremmo farne di diversi: A uno snodo, a due snodi, ect...
L’unica cosa da fare in spiaggia sarà quella di legare lo shock leader al filo di bobina con un bel nodo. A tal proposito consiglio vivamente di usare il nodo “Albright”.
CALAMENTI TERMINALI Albright
In questo caso, guadagneremo parecchio in sicurezza e leggerezza.
In sicurezza perché, mancando qualsiasi nodo di giunzione, tra trave e shock leader, ci preserva al massimo dalle rotture dello stesso.
Infatti, se consideriamo il motivo per il quale perdiamo il trave, risulta spesso che il nodo di giunzione o lo sgancio rapido cedono.
In questo caso, l’unica rottura possibile potrà essere quella del nodo dello shock leader, ma trovandosi dentro la bobina del mulinello, in fase di lancio, il problema non sussiste.
Soluzione leggera, infine, perché un trave così composto, libero da qualsiasi elemento in più, si presta molto meglio di qualsiasi altro alla distanza, soprattutto nei disegni mono amo come lo short rovesciato.
Molto pratici soprattutto perché partire già da casa con un paio di shock leader pronti ci preserva da ogni problema con un ingombro minimo.
Affinché tutto funzioni al massimo, comunque, si dovrà prestare molta attenzione nella loro preparazione.
Gli snodi dovranno girare velocemente e perfettamente; le perline devono fare realmente da perno alla girella e gli stopper devono essere riposizionabili, ma soltanto in seguito ad una forte trazione.
Ma c’è chi preferisce il classico trave attaccato allo shock leader col moschettone o con l’attacco rapido.
Quest’ultima opzione è più indicata per chi non vuole perdere tempo a cambiare il trave con un altro di diversa configurazione.
A prescindere da quest’ultima analisi, vediamo insieme le prospettive di configurazione che possiamo trovare, agendo sulla posizione degli snodi:
Short Basso
CALAMENTI TERMINALI Shortbasso
Short Rovesciato
CALAMENTI TERMINALI Shortrovesciato
Lo short, basso e rovesciato, è sicuramente un jolly nella pesca dalla spiaggia.
Se usato basso, cioè con la girella portante il finale posizionata a circa 10 cm dal piombo, oltre a gestire bene condizioni di mare anche abbastanza mosso, può ottimamente sostituire le configurazioni a piombo scorrevole, guadagnandone tutti i pregi e limitandone i difetti.
Può infatti supportare bene sia finali lunghi che corti, ma non troppo.
Le lunghezze di finale che gestisce bene vanno quindi da un minimo di 70 cm fino ad un massimo di 2 metri (a mare calmo).
La sua costruzione, effettuata con stopper scorrevoli, può trasformarlo in un istante nello short rovesciato, che gestisce molto meglio condizioni di mare mosso.
Trascurando finali fantasiosi e di dubbia funzionalità, il suo migliore utilizzo si attesta con la girella a 90/100 cm dal piombo e con un finale rigorosamente di 80/100 cm (brillato se si utilizzano fili dello 0.25).
Si possono utilizzare ami di tipo Aberdeen, purchè robusti, ma si consiglia l’utilizzo dei beck o addirittura degli o’shaughnessy.
Il piombo migliore da utilizzare con questo terminale dipende molto dal fattore condisurf.
Se le distanze da raggiungere non sono eccessive, una piramide, un cono o una sfera sono la giusta scelta.
Le scarse capacità di volo di questo terminale si possono migliorare fissando amo ed esca al trave con un piccolo nodino costruito con filo idrosolubile (preso in prestito dal carpfishing), che ha ormai sostituito in pesca qualsiasi tipo di bait-clip.
La configurazione a bracciolo alto è ottima per insidiare tutti i pesci che preferiscono la consumazione dei pasti sollevati dal fondo; tra questi ricordiamo soprattutto il sarago e la spigola, prede rinomate e molto ricercate nel surf casting.
Il Paternoster
CALAMENTI TERMINALI Paternoster
È la configurazione a due ami per eccellenza.
Ideato per presentare esche differenti e dedicato al mare mosso, prevede una coppia di braccioli corti, al massimo 70 cm, uno di seguito all’altro ed entrambi sopra il piombo.
Nato come soluzione per la pesca a mare mosso con due differenti tipi di esca, ha modificato la sua funzione fino ad essere il terminale più usato in tutte le condizioni di mare e con quasi tutte le esche disponibili.
Poiché il suo utilizzo ne indirizza l'impiego in varie tecniche, con finali di lunghezze e diametri variabili, apprezzeremo le doti di riposizionamento degli stopper che impediranno la sovrapposizione di esche e parti di finale, fonti di inestricabili grovigli.
Per motivi di rapido collegamento alla girella e per ridurre i grovigli, tutti i finali da paternoster dovrebbero essere eseguiti, in base alle condisurf, con una brillatura di lunghezza variabile fra il 20 ed il 50 % della lunghezza totale del finale.
Per il tipo di abboccata che subisce un' esca posizionata su un paternoster, è consigliabile usare ami di tipo beck e/o compatibilmente con la dimensione dell'esca usata.
Molto utilizzato soprattutto per la ricerca delle coppiole di saraghi, quando il mare è molto mosso, ma anche per le mormore e le orate di branco, rendendo il finale vicino al piombo pescante come uno short basso allungandolo di qualche centimetro.
Naturalmente, nella foto è raffigurato il doppio short.
Nel Paternoster, stesso schema, il bracciolo inferiore non deve superare il piombo, quindi fisseremo entrambi gli snodi più in alto.
Inoltre, con forte corrente si consiglia di diminuire la lunghezza dei braccioli e di aumentarne il diamentro.
La Santissima
CALAMENTI TERMINALI Santissima
Evoluzione del Paternoster, con l’aggiunta di un bracciolo, la Santissima generalmente ha i braccioli lunghi 45 cm, ma si possono allungare o accorciare a piacimento, in base alla turbolenza. Ovviamente, la lunghezza del trave varia in base alla lunghezza degli stessi braccioli.
Non è un trave aerodinamico, ma se c'è mangianza, può regalarci molte triplette, soprattutto di saraghi.
IL DLA
CALAMENTI TERMINALI Dlah
Il dla è un terminale necessario in cassetta, ma di utilizzo non proprio consueto.
E' una soluzione flottante che vede il suo impiego solo su spiagge profonde, con un alto gradino di risacca e con mare mosso, ma certamente non al limite. Merita attenzione non per il suo utilizzo, che non è frequentissimo, ma per il fatto che, se impiegato nelle condizioni giuste, può catturare di tutto.
E' orientato alle spiagge in cui il sottoriva, in certe condizioni, pullula di spigole, saraghi e quant'altro. Vale assolutamente la pena di averlo e di provarlo, associandolo magari al lancio di pastura a base di sarde macinate o a pezzi proprio nel gradino di risacca.
E' costituito di 3 metri e passa di filo del diametro dello 0.40, un amo da predatori tipo O'Shaugnessy, un sostanzioso galleggiante posto ad un metro dall'amo (possiamo utilizzare un tappo di sughero di una bottiglia di vino) e dell'esca che inevitabilmente sarà costituita dalla sardina o da tranci di cefalopodi.
Il piombo, rigorosamente piramide o cono, della giusta grammatura che ci consentirà di stare in pesca, verrà posizionato quasi sul bagnasciuga, o meglio, "incastrato" sul fondo del gradino di risacca.
Quindi, niente lanci, ma quasi un posizionamento a mano. Non preoccupatevi di dover lanciare tre e più metri di finale.
Il tappo di sughero dovrà sfruttare la corrente in uscita per non venire subito spiaggiato.
Quindi, se l’esca torna a riva, saprete di aver sbagliato in qualcosa: Il posto, le condizioni di mare o il posizionamento del piombo.
Quell’esca che fluttua nel sottoriva potrà regalarvi la spigola di passaggio, e saraghi molto grandi.
A tal proposito, proponiamo una tabella esplicativa, orientativamente, sui terminali e quando essi possono essere adoperati:
CALAMENTI TERMINALI Tabellar
Eugenio e Rosario (mitoboy35r)

http://www.italianseaanglers.it

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